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L’envol d’Alidoro Catocci

Spontanéité, fraîcheur, transparence : ce sont les vertus du monde d’Alidoro Catocci, poète sur le papier comme dans la vie. La poésie d’Alidoro n’est pas le refuge cryptique d’un être tourmenté, mais le jaillissement spontané de vers d’une âme raffinée qui a beaucoup voyagé et a profondément connu les choses.

Le poète prête voix à son monde intérieur avec un généreux élan, fuyant les chemin labyrinthiques préférés par les natures introverties, et dans son livre “L’homme qui peint le ciel”, traduit en arabe par le Centre de Recherche et Développement Pédagogique, il invite le lecteur à s’abandonner à un magique envol entre les sentiments, un envol vers de lointains rivages où l’homme vit avec la misère, un envol parmi les destins de peuples différents du notre, un envol parmi les visages d’êtres lointains.

Le long voyage n’a pas induit en erreur Alidoro qui a été aussi modelé  par des souvenirs de la Toscane, où tout a commencé et où il retourne avec l’âme, en adressant : "Un regard lointain/ aux cyprès odorants,/ aux champs à peine labouré/ à la terre mouillée par la pluie/ avec sa bonne odeur / qui monte vers le ciel ".

Ce sont les destins autrui, sur lesquels le poète a posé un regard avec l’âme ou avec l’objectif de constituer la profonde richesse de son monde. Les égoïstes tourments aptes à susciter des poésies, fait d’amers semonces, sont trop éloignées da sa nature solaire, aimante des appels de la vie mais en même temps élégiaque et portée au rêve. L'exubérance qui le distingue dans la vie se transfigure, grâce à une nature qui est totalement artistique, lyrisme vibrant et spontanéité. Et l'amour pour l'Autre, la générosité, l’extraordinaire sensibilité lui fournissent le viatique nécessaire pour son entraînant voyage dans les cieux de la poésie.

Il volo di Alidoro Catocci

di Claudio Antonelli

 Spontaneità, freschezza, trasparenza: queste le virtù evidenti del mondo di Alidoro Catocci, poeta sulla pagina così come nella vita. La poesia di Alidoro non è un rifugio criptico di un essere convulso, ma uno sgorgare spontaneo di versi da un'anima raffinata che ha tanto viaggiato e ha conosciuto profondamente le cose.

                 Il poeta dà voce al suo mondo interiore con slancio generoso, rifuggendo da cammini labirintici preferiti invece dalle nature introverse: "Cancella la paura dal tuo viso/la vita/non potrà farti veramente male/ se il cuore t uo è sincero/ e nella testa/ hai solo pensieri belli/ come fiori di campo a primavera."

                 Bisogna aver conosciuto di persona questo artista eclettico, dalla sensibilità gioiosa, dotato di un potente senso visivo - è anche fotografo d'arte - per capire che il poetare per lui è l'andare di più in là sulle strade di un mondo di cui ha percorso i principali sentieri.

                 Si parla di destino dei nomi e , rischiando l'accusa di far ricorso ad un troppo facile gioco di parole, invito il lettore ad abbandonarsi al volo magico che "Alidoro" gli offre. Volo tra i sentimenti, volo in plaghe remote dove l'uomo convive con la miseria, volo tra i destini di popoli diversi dal nostro, volo tra i volti di esseri lontani: "i mille volti andati / che non torneranno mai più / a farti compagnia".

                 Il lungo viaggio non ha fuorviato Alidoro che è stato plasmato da memorie anche, in quel di Toscana, dove tutto cominciò, e dove ritorna con l'anima, rivolgendo: "Uno sguardo lontano/ ai cipressi odorosi,/ ai campi appena arati/ alla terra bagnata di pioggia/ col suo odore di buono/ che sale verso il cielo".

                 Il suo contatto con l'estero gli ha fatto conoscere lo strano mondo degli emigrati che nella terra adottiva hanno avuto esperienze anche molto amare, Non si può, infatti, lasciare il 'centro dell'universo" - il proprio paesello - per non accorgersi che il mondo non ha nessun centro. Tra i suoi versi più belli vi sono quelli dedicati ad un emigrato calabrese di cui egli canta la regione natale: la Calabria. E   Alidoro, con quella sua capacità profonda di immedesimazione, fa la sua piccola patria dell'emigrato di Montréal, cantando "il tempo dei sogni di un ragazzo di Calabria", terra, di cui, grazie alla poesia, egli, nato in Toscana, si è fatto figlio adottivo amoroso.

                  E sono proprio questi destini altrui, su cui ha rivolto uno sguardo con l'anima o con l'obiettivo, a costituire la profonda ricchezza del suo mondo. I tormentati egoismi atti a suscitare poesie fati di amari rimbrotti sono troppo lontani dalla sua natura solare, amante dei richiami della vita, ma nello stesso tempo sognante ed elegiaca. L'esuberanza che lo distingue nella vita si trasfigura, grazie ad una natura che è totalmente artistica, in vibrante, spontaneo lirismo. E l'amore per l'altro, la generosità la straordinaria sensibilità gli forniscono il necessario viatico per questo suo trascinante viaggio nei cieli della poesia.